E s’aprono i fiori notturni, nell’ora che penso a’ miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi: là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi, come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala l’odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala. Nasce l’erba sopra le fosse.
Un’ape tardiva sussurra trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s’esala l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala; brilla al primo piano: s’è spento . . .
È l’alba: si chiudono i petali un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta, non so che felicità nuova.


(Giovanni Pascoli)

Come si coltivano le orchidee

La famiglia delle orchidee comprende circa 750 generi e un numero imprecisato di specie sia naturali che ibridi prodotti dall'uomo. Il loro nome deriva da "orchis", termine usato per la prima volta da Teofrasto (IV-III secolo a.C.), che significa testicoli, con riferimento ai 2 tubercoli radicali che si possono osservare in molte piante e dai quali, tra l'altro, si estraeva e tuttora si estrae una sostanza considerata afrodisiaca: il salep. La forma e le dimensioni delle piante variano moltissimo da genere a genere: vi sono orchidee microscopiche (Platystele), lunghi rampicanti (Vanilla) e piante gigantesche (Grammatophyllum). Una suddivisione può essere fatta in base all'ambiente in cui si sviluppano, distinguendo orchidee terrestri che crescono in terra e orchidee epifite che vivono sugli alberi. Possono essere suddivise in due grandi gruppi in rapporto alle modalità di crescita: orchidee simpodiali e orchidee monopodiali.

Terrestri o epifite
Le orchidee terrestri sono le più diffuse negli ambienti temperati e comprendono anche specie litofite (che crescono sulle rocce); quelle epifite sono invece caratteristiche delle zone tropicali dove vivono assorbendo il nutrimento dall'acqua che bagna i rami degli alberi delle foreste pluviali. Tutte le specie epifite, ma anche parte di quelle terrestri, presentano radici coperte da un'epidermide particolare, il velamen, costituita da uno o più strati di cellule morte che avvolgono come un manicotto la radice vera e propria, facendo da riserva d'acqua, ma soprattutto costituendo una barriera che impedisce alle radici di seccare in condizioni di aridità.

Le orchidee simpodiali.
Appartengono a questo gruppo quelle orchidee caratterizzate da fusti singoli con una crescita limitata. La porzione basale di getti successivi dà origine a fusti striscianti (rizomi), le cui gemme producono nuovi getti, ognuno dei quali si sviluppa fino alla maturità e fiorisce. Gli steli di molte orchidee simpodiali danno origine a organi di immagazzinamento d'acqua che possono variare moltissimo per forma e dimensioni e che hanno una funzione essenziale per la sopravvivenza della pianta in condizioni di aridità.

Le orchidee monopodiali
Sono quelle orchidee che presentano getti a crescita continua, ognuno dei quali produce foglie, sottili o carnose, all'apice e infiorescenze all'ascella delle foglie.

La struttura del fiore
La principale attrattiva delle orchidee è costituita dai fiori, spesso grandi, vistosi e molto colorati. Hanno tre stami e tre pistilli, saldati tra loro a formare una tipica struttura, detta colonna, esclusiva di questa famiglia. Il calice e la corolla sono formati normalmente da tre sepali e tre tepali, uno dei quali rivolto verso il basso: spesso più grande degli altri due e in colore diverso, prende il nome di labello e ha la funzione di attrarre gli insetti impollinatori. L'aspetto del labello è quanto mai variabile: a scarpetta , piatto o ricurvo, liscio, increspato o anche peloso, con margine liscio o frangiato; in alcuni casi si prolunga in un'appendice (che può raggiungere anche i 20 cm di lunghezza), detta sperone.

I fiori d'orchidea possono essere singoli, ma molto spesso sono riuniti in infiorescenze, per lo più in racemi o spighe e più raramente sono ramificati. Hanno colori molto vari, dal bianco puro fin quasi al nero, mentre per quanto concerne il profumo ci sono fiori completamente inodori, altri più o meno profumati e altri ancora con odori decisamente sgradevoli.

In natura la fecondazione delle orchidee avviene in genere per mezzo di insetti, ma molte specie si servono di animali di maggiori dimensioni (colibrì, piccoli pipistrelli, eccetera). Quando non vengono fecondati, però, i fiori tendono a mantenere la loro freschezza più a lungo. Questo spiega la notevole durata delle orchidee coltivate in serra, che grazie a questa loro caratteristica si prestano ottimamente ad essere impiegate come fiori recisi.

Contrariamente a quanto generalmente si pensa, non tutte le orchidee devono essere coltivate obbligatoriamente in serra o in altre strutture di protezione. In una così vasta quantità di specie e ibridi, non mancano orchidee che possono  essere coltivate in casa con relativa facilità, hanno infatti un'ottima adattabilità e sono robuste e resistenti. Certo non vanno trattate come le normali piante da vaso da appartamento, anche perchè non vanno quasi mai coltivate utilizzando del normale terriccio. Buona parte delle orchidee adatte a vivere in appartamento, infatti, sono specie epifite o ibridi derivati da queste.